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Wealth management sta diventando sempre più sinonimo di gestione sostenibile. Ma a che punto è l'integrazione dei temi Esg nel mondo del Wealth management?
A spiegarci come stanno le cose è Chiara Frigerio, professore di Organizzazione Aziendale e segretario Cetif Università Cattolica di Milano. “Le tematiche Esg sono ormai centrali nel mondo del Wealth manage-ment - afferma Frigerio -, basti pensare che da un’analisi di mercato emerge che, a livello europeo, gli investitori hanno indicato di voler raggiungere la quota del 50% di attivi in gestioni sostenibili, nei prossimi tre anni. Que-sto contesto fa ipotizzare che le Istituzioni finanziarie devono essere pronte a sostenere la crescita, integrando caratteristiche Esg nell’analisi del rendimento finanzia-rio, attraverso un processo di consulenza che supporti gli investitori nella costituzione di portafogli resilienti”. Se questa è la situazione attuale, viene da chiedersi quali sono gli spazi di crescita. Chiara Frigerio non ha dubbi. “Con l’introduzione della Sustainable finance disclosu-re regulation (Sfdr), l'Europa ha assunto un ruolo attivo nella realizzazione di politiche di finanza sostenibile e ciò sembra destinato a continuare. Una delle più rilevan-ti criticità rispetto allo sviluppo degli investimenti soste-nibili è determinata dalla qualità dei dati che certificano l’effettiva corrispondenza tra le dichiarazioni delle im-prese e obiettivi di sostenibilità effettivamente raggiunti. Affinché si consolidi un processo di crescita, la sfida più importante sarà dunque la disponibilità di piattaforme comuni, che integrino fonti di dati per avere stime più accurate del rischio e con indici sintetici che certifichino l’effettiva sostenibilità di un investimento. Ciò, peraltro, ridurrà anche fenomeni come: Green washing (approccio di puro marketing), Green shopping (approccio strategico sostanzialmente corretto ma passivo, senza effettiva ge-stione del rischio) e Green shirking (concentrare gli sforzi sulla sostenibilità applicata solo a processi caratterizza-ti da un’elevata visibilità)”.
Come Cetif, che attività di analisi e supporto state portando avanti sul fronte Esg? “Abbiamo rilevato da subito il significativo incremento di attenzione verso i temi Esg e quindi abbiamo attivato una serie di iniziative coerenti e funzionali. È stato creato l’ESG - Sustainable Finance HUB, un percorso di ricerca nel quale la Community finanziaria si riunisce per con-dividere studi, best practice e benchmark. Per fotografa-re il fattore Esg nel contesto Pmi, con riferimento all’ac-cesso al credito e a quello di fondi Esg, i ricercatori Cetif si sono confrontati con alcuni dei principali stakeholder finanziari. La mancanza di una tassonomia uniforme sulle attività sostenibili, l’assenza di processi standard di raccolta e valutazione delle informazioni (rating), e la scarsità e poca qualità delle stesse sono i fattori di rea-le criticità. È in questo ambito che si colloca la nuova ESG on chain sandbox di Cetif Advisory, che consentirà all’ecosistema Pmi e agli operatori finanziari di co-cre-are e sperimentare la piattaforma tecnologia basata su blockchain. Infine, a novembre 2022 partirà il Master di II livello Innovability Management: innovazione, digitale e sostenibilità, in sinergia con Altis (Alta Scuola Impresa e Società), per i professionisti che vogliano acquisire visio-ne strategica, competenze e strumenti funzionali a go-vernare la trasformazione e la crescita delle organizza-zioni. L’Esg sarà oggetto di approfondimento anche nel prossimo Summit dell’8 giugno 2022”.